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I MERAVIGLIOSI EFFETTI DELLA NEGATIVITÀ

2018-2019

Luna #I

Archi aurorali #1

Onde

La serie I meravigliosi effetti della negatività è sorta dalla necessità, inizialmente inconsapevole, di trasformare il brutto, lo sporco in qualcosa di immenso e sublime. Una sorta di redenzione della negatività che, tuttavia, non elimina la ferita. Contrariamente all' "estetica della levigatezza" che, come sostiene Byung-Chul Han, caratterizza l'attuale società della positività, queste immagini mostrano ancor più da vicino il "fango" che avvolge la vita. 

"Quando parlo dell'aspirazione al bello e affermo che l'ideale è lo scopo dell'arte e che essa nasce dalla nostalgia dell'ideale, non intendo assolutamente sostenere che debba fuggire dal "fango". Al contrario!"

 (A. Tarkovskij, Scolpire il tempo)

Nello spazio casalingo l'artista cerca l'immagine negativa di ciò che poi sarà, in seguito all'inversione negativo/positivo - ovvero la metafora della atto redentore - il bel paesaggio immenso e desiderato.

Uno-due, uno-due, uno-due. Preso in questo ritmo l’occhio, posandosi sulle fotografie, riconosce delle onde. Un riconoscimento istantaneo che è un’esperienza elementare di tempo, di un primo tempo.
Sì, perché nelle immagini un’irrequietudine latente apre un intervallo e costringe a sostare. Un secondo tempo durante il quale l’occhio, sospettoso, convoca tutto il soggetto e si accorge che ciò che ha veduto non è ciò che c’è: niente onde, solo un po’ di polvere. Niente oceano ma una tela sgualcita. Sono immagini che non si limitano all’inganno ma che interrogano su ciò che si è visto e su come si è visto, suggerendo che l’unico protagonista della visione è una sorta di fragile inattuale: le onde, pur non coincidendo con il soggetto fotografato, sono infatti esistite.
La polvere di questo secondo tempo ci offre allora la domanda dell’artista, che è forse l’unica possibile forma di realismo rimasta: la richiesta, in fondo, che un impossibile scardini le regole e redima le piccole miserie.

 

(Testo a cura di Francesco Beneggi)

ELENA MARIA CANAVESE

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